Stadio della Roma a Pietralata: perché il progetto presentato non può essere quello definitivo

A Pietralata gli scavi archeologici solo bloccati e senza queste indagini la Soprintendenza statale non darà il suo via libera. C'è sempre la questione del presunto bosco a tenere banco. Ma nei prossimi giorni, forse addirittura domani secondo gli ultimi rumors, l'As Roma potrebbe presentare il progetto definitivo sullo stadio.
In realtà è una forzatura e del resto lo stesso sindaco Gualtieri ha parlato di "importanti novità sullo stadio di Pietralata", ma mai ha parlato esplicitamente della presentazione del "progetto definitivo". Queste le sue parole: "La società ci ha detto che tra pochi giorni ci sarà una novità importante. Siamo in attesa. Stanno lavorando al progetto definitivo. Siamo al momento clou con una rispettosa e trepidante attesa. Ci hanno detto che a giorni ci diranno qualcosa".
‘Ci diranno qualcosa'. Ma cosa? L'As Roma presenterà il progetto definitivo? Difficile ipotizzarlo, per motivi formali e sostanziali. Innanzitutto, perché i risultati del lavoro degli archeologi potrebbero determinare uno spostamento dell'impianto. La speranza dei proponenti è che il sottosuolo di Pietralata non nasconda resti di valore, ma finché non saranno effettuati i sondaggi nessuno può saperlo con certezza. E in secondo luogo la delibera di pubblico interesse approvata due anni fa dall'Assemblea Capitolina impone passaggi formali: non è prevista, infatti, la valutazione di un progetto ‘monco'.
L'unico punto fermo: tutti hanno fretta, sia la proprietà della Roma, la famiglia Friedkin, la cui pazienza non è infinita, sia la giunta Gualtieri, che comprensibilmente punta sulla realizzazione dello stadio come biglietto da visita per la campagna elettorale del 2027.
Il bosco di Pietralata che blocca lo stadio
Il bosco di Pietralata c'è, ve lo abbiamo mostrato con immagini realizzate con il drone. Ma merita di essere tutelato? Su questo sono al lavoro i tecnici del Comune di Roma, che dovranno prendere una decisione in merito. Sulla vicenda, inoltre, c'è un'indagine in corso da parte della procura di Roma, ci sono due relazioni presentate dai comitati che certificano il bosco e l'esistenza di vincoli di tipo boschivo e paesaggistico e c'è anche una segnalazione della Forestale.
Gli scavi archeologici a Pietralata
Insomma, la questione del bosco sta bloccando la realizzazione degli scavi archeologici, necessari, come sottolineato più volte, per il via libera della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma. In altre parole: senza scavi l'iter non può andare avanti.
Del resto la Soprintendenza statale aveva già concesso di effettuare soltanto gli scavi previsti dalla cosiddetta ‘fase 1', cioè sull'area di sedime del nuovo stadio, e rimandare quelli previsti dalla ‘fase 2', cioè nelle aree di parcheggio e in tutte le zone intorno all'impianto. Insomma, per presentare il progetto definitivo prima all'Assemblea Capitolina, che deve confermare il pubblico interesse, e poi alla Conferenza dei servizi decisioria servono gli scavi previsti dalla ‘fase 1'. Che sono attualmente bloccati a causa del ‘bosco di Pietralata'.
L'As Roma presenta il progetto definitivo?
L'As Roma presenterà quindi il progetto definitivo? Appare improbabile, dal momento che sulla delibera di pubblico interesse approvata due anni fa dall'Assemblea Capitolina c'è scritto espressamente che
circa la tutela dell'interesse archeologico, così come indicato dalla competente Soprintendenza di Stato del Ministero della Cultura, il progetto dovrà essere sottoposto alla procedura di verifica preventiva dell'interesse archeologico mediante l'attivazione della prima fase con l'esecuzione di indagini archeologiche dirette, come stabilito dal D.Lgs. n. 50/2016, art. 25, commi 8 e seguenti.
E ancora, al punto 7 della delibera si stabilisce che
prima dell'avvio della Conferenza di Servizi decisoria l'Amministrazione verifica l'ottemperanza del progetto definitivo alle prescrizioni, condizioni e raccomandazioni risultanti dalla Conferenza di Servizi preliminare nonché a quelle emerse nell'ambito del Tavolo tecnico di cui ai precedenti punti 3 e 4.
Il progetto dello stadio e l'Assemblea Capitolina
Ricapitolando: l'As Roma presenterà gran parte del progetto, che poi sarà integrata con i risultati delle indagini archeologiche. Poi il passaggio in Assemblea Capitolina e poi l'avvio, dopo l'eventuale via libera del consiglio, della Conferenza dei servizi decisoria. Ma fino al termine degli scavi, chi valuterà questo progetto? Perché gli uffici del Comune di Roma dovrebbero poter valutare preventivamente un progetto non definitivo?
In realtà, sostiene qualcuno, lo stratagemma esiste: la legge sugli stadi non prevede un doppio passaggio in consiglio comunale per approvare definitivamente l'opera. Dopo la delibera di pubblico interesse, approvata due anni fa, il resto dell’iter si sposta a livello tecnico-amministrativo. Una volta ottenuto il pubblico interesse, il proponente può presentare il progetto definitivo e questo viene sottoposto alla Conferenza di servizi, che coinvolge tutti gli enti e le amministrazioni competenti (Comune, Regione, Soprintendenza, ecc.). E tuttavia, come abbiamo visto, c'è una delibera votata dall'Assemblea Capitolina che prevede il doppio passaggio.
In altre parole, la legge sugli stadi consente l’avvio della Conferenza anche senza un secondo passaggio consiliare, ma la delibera votata a Roma impone una verifica formale prima della Conferenza dei Servizi.
La segnalazione dei comitati No Stadio ad Anac, alla procura e alla Corte dei Conti
Proprio per questo i comitati e le associazioni che si dicono contrarie allo stadio hanno presentato una segnalazione ad Anac, Corte dei Conti, procura di Roma e tar del Lazio. "Il sindaco Roberto Gualtieri e l'assessore Maurizio Veloccia, seppur consci della mancata effettuazione degli scavi archeologici preventivi sull'intera area del progetto – spiegano in una nota i comitati -, condizione tassativamente prevista dalla delibera di pubblico interesse e dalla Soprintendenza di Roma, sono pronti a consentire agli uffici tecnici una valutazione preventiva su un progetto privato non definitivo, garantendo cosi' l'ennesima forzatura normativa e l'ennesimo mancato rispetto delle regole poste dai suoi stessi consiglieri, nella direzione di approvare a forza un progetto mal gestito sin dai primi giorni".
"Se davvero la A.s. Roma stesse per presentare un cosiddetto ‘progetto definitivo’, come anticipato dal Sindaco, ci troveremmo davanti a un grave strappo istituzionale: un’Assemblea Capitolina trasformata in passacarte, priva degli strumenti per valutare davvero ciò che vota. Ripartire da zero e con un quadro chiaro è la strada che chiediamo di seguire, senza scorciatoie e giochi di prestigio", è il parere in merito del consigliere della Lega Fabrizio Santori.